Scrive Davide Dotto, dopo aver assistito alla proiezione del : "Il documentario, come i libri di Tina Merlin e gli spettacoli di Paolini, tenta di ristabilire la verità dei fatti, sgombrando il campo a inesattezze che nel corso di cinque decenni hanno rallentato la comprensione di ciò che è avvenuto.Sottolinea informazioni non giunte a destinazione, o semplicemente lasciate cadere. Riaccende i riflettori su una tragedia troppo spesso travisata, sottaciuta e abbandonata alle ricorrenze. Cerca inoltre di divulgare il sentimento, la vita attuale di chi è sopravvissuto e di porre un monito contro le Vajont di domani."
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